"Io vivo spettinata, perchè tutte le cose veramente belle di questa vita spettinano!" Mafalda

domenica 28 luglio 2013

Vita di un mondo in due ore



E quasi sera e giro la chiave di casa.
Sono di ritorno da un mercato dove ho aiutato il mio compagno col suo meraviglioso ristorante nomade..
di ritorno da mille persone incrociate in due ore e mille esperienze scambiate e nate lì, tra quelle bancarelle di luglio…
Il senegalese con la “h”aspirata che mi chiama, non gli interessa vendere collanine e batik, mi fa sedere sull’aiuola con lui, mi racconta della sua vita a Firenze, poi a Parma e dei suoi mercatini a Vicenza… mi dice che i miei capelli sono l’unica cosa dell’Italia che mi è rimasta…può essere…

Il passo dopo… Il chitarrista di Gerusalemme che studia informatica per inerzia… mi guarda e si lascia cullare nei sogni che porta nel petto, mangia qualcosa con me e mi racconta dei pezzi che scrive mentre è in pausa studio…dice che con la musica non andrà da nessuna parte, ha paura di fallire, vorrebbe rivedermi e ridere di nuovo, gli dico che se avrà il coraggio di essere famoso, allora sarò io a ricontattarlo…perché lo rivedrò in grande…

Poi la mamma polacca con una bimba in vacanza dalla nonna italiana si sistema il costume e mi mostra la bimba più piccola nel passeggino che mi guarda e mi parla in spagnolo… un padre spagnolo, mi dice lei, ancora peggiore di quello italiano di prima… sorride e c’è solo spensieratezza tra i suoi capelli, quelli di una donna che per due ore di vita si concede l’ombra di un tiglio lungo il fiume e io non vedo altro che i suoi occhi azzurri estranei ai suoi problemi…

Poi ancora gli italiani in cerca di fortuna che preparano i panzerotti pugliesi, ma loro in realtà sono romani, in realtà sono appena stati derubati, ma sorridono e a fine mercato caricano in un carrello della spesa le loro speranze, un sacco di panzerotti non venduti, la vetrina del banco, l’amarezza di un giorno a vuoto, il carrello è troppo piccolo eppure c’è posto per la pace di condividere una bottiglia d’acqua fresca con me, seduti per terra.

Mi chiedo come posso ritornare al mio paese natale dopo aver visto tutto questo…
Questa città mi ruba il cuore ed io mi sento a casa mia tra ospiti del mondo, gente che mi cerca, si siede, mi racconta di sé come se avesse capito che niente è più importante…

Io amo questi incontri di vite che mi sfiorano, che non hanno niente da pretendere e niente da nascondere. Tutti si lasciano scivolare in una conversazione sincera, sfacciata, come fosse l’ultima della loro vita, liberi, desiderosi di farsi leggere il cuore da chi li vedrà una volta sola nella vita, riassumendo in due ore e senza sprecare tempo, il peso dei loro sogni.

Alice Manzan


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