L’arte di mangiare con le mani
l’ho scoperta da quando sto con lui, perchè un po' ovunque in Asia Meridionale, c’è l’usanza di onorare l’offerta di cibo…con
le mani.
Spesso veniamo invitati da
queste famiglie singalesi tutto fare, dove vieni accolto con calderoni di riso
e pentoloni pieni di ogni bontà immaginabile. Sono famiglie amabili, pronte a
darti tutto, eccetto una forchetta! La padrona di casa ti serve per prima, perché
sei il Dono, sei l’ultima arrivata, ricevi un meraviglioso piatto di riso,
curry di verdure e lenticchie gialle e ti spiega come mangiare il tutto, tutto
si mescola…
La prima volta fallisci clamorosamente non capendo perché avresti
dovuto mischiare i cibi tutti insieme, usi le mani come una forchetta sporcandoti
fino ai polsi, stringi il pungo acciuffando chicchi volanti. Imbarazzante . . .
Lei no, lei muove la mano come
stesse danzando, lei con quel suo sari rosso e i capelli nero corvino che le
cadono sulle spalle… la sua età è completamente nascosta dalla bellezza di quei
gesti, muove le dita mescolando ogni ingrediente alla perfezione su quel piatto
che è diventata una tavolozza ormai, e con magia scolpisce con i polpastrelli
un boccone perfetto, con un’eleganza che non ho mai visto prima, porta la mano
alla bocca e nemmeno un chicco di riso sfugge a questa grazia.
Ero incantata da questa
bellezza e a casa da sola facevo le prove per non sfigurare, ora
rincorrendo il riso per il salotto, ora inarcando la mano, portando il cibo solo fino
alla terza falange, mescolando e sgranando i chicchi. E’ molto, molto più
difficile di quanto sembri.
Col tempo ho cercato di fare di quell'arte la mia, a modo mio. Ho capito molto della sua cultura senza spezzare i sapori, ma mescolando i cibi, educando il palato a riconoscerli e a GUSTARLI meglio senza il sapore del metallo, con tutta l'energia e il calore della mani. Provare per credere...
Alice
www.ChiccodiCuore.com
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| Io con la mano immersa nel piatto di dahl giallo e di polpette di soia. |
