"Io vivo spettinata, perchè tutte le cose veramente belle di questa vita spettinano!" Mafalda

mercoledì 31 luglio 2013

La forza...



Il cambiamento non bussa alla porta, entra e ti butta giù dal letto. Irrompe nella tua vita e rovescia per terra uno per uno i piani che hai formulato e la sicurezza che stavi facendo crescere in te. Tutto diventa un coccio rotto e tu strizzi gli occhi perché non ci vuoi credere… eppure lo sapevi che sarebbe arrivato, lo sapevi che quei piani in pezzi erano parte di un destino ordinario ben fatto ma non tuo, lo sapevi che stavi facendo finta d’essere sicuro di te, solo perché erano i giorni a susseguirsi ad essere sicuri nel tempo.
Il cambiamento è lì per farti tirar fuori anche l’ultima goccia di sudore pur di vederti FERMO lì dove l’oceano scatena tempeste… La forza interiore non dipende dal vento, non scade coi giorni nuovi, non soffre di nostalgia. La forza che porti nel cuore ESISTE E BASTA e questo è l’unico bagaglio da portare via nel tuo Nuovo Grande Viaggio.

Alice Manzan

 

martedì 30 luglio 2013

Mente mia, ti prego di stare zitta...

Il caos che solo una mente in marcia contro se stessa può generare è più forte di un terremoto…

La mente vede le fette biscottate cadere per terra inesorabilmente dalla parte della marmellata…

Vede macchiarsi di caffè la camicia bianca…

Vede il conto in banca scendere clamorosamente per una clausola non letta…

Vede i sogni realizzati in linea retta di chi ha una vita semplice…

Vede il tuo compagno piangere…

Vede il tuo cuore contorcersi per Amore…

Vede il tuo corpo trasformarsi in quel che non vuoi essere…

Vede il rumore della strada che entra nelle orecchie…

Vede le cose che si rompono…

Vede i semafori rossi…

Vede le strade strette…

Non capisce più cos’è davvero giusto perché il cuore esplode e il botto arriva fino alla gola e diventa un nodo, quel nodo che non ti fa parlare e senti che la tua pancia si è chiusa come se avessi impacchettato per sempre un regalo senza destinatario…

Salti in aria… e senza terra sotto i piedi non vivi più…

Mente mia, ti prego di stare zitta…

Alice Manzan

domenica 28 luglio 2013

Vita di un mondo in due ore



E quasi sera e giro la chiave di casa.
Sono di ritorno da un mercato dove ho aiutato il mio compagno col suo meraviglioso ristorante nomade..
di ritorno da mille persone incrociate in due ore e mille esperienze scambiate e nate lì, tra quelle bancarelle di luglio…
Il senegalese con la “h”aspirata che mi chiama, non gli interessa vendere collanine e batik, mi fa sedere sull’aiuola con lui, mi racconta della sua vita a Firenze, poi a Parma e dei suoi mercatini a Vicenza… mi dice che i miei capelli sono l’unica cosa dell’Italia che mi è rimasta…può essere…

Il passo dopo… Il chitarrista di Gerusalemme che studia informatica per inerzia… mi guarda e si lascia cullare nei sogni che porta nel petto, mangia qualcosa con me e mi racconta dei pezzi che scrive mentre è in pausa studio…dice che con la musica non andrà da nessuna parte, ha paura di fallire, vorrebbe rivedermi e ridere di nuovo, gli dico che se avrà il coraggio di essere famoso, allora sarò io a ricontattarlo…perché lo rivedrò in grande…

Poi la mamma polacca con una bimba in vacanza dalla nonna italiana si sistema il costume e mi mostra la bimba più piccola nel passeggino che mi guarda e mi parla in spagnolo… un padre spagnolo, mi dice lei, ancora peggiore di quello italiano di prima… sorride e c’è solo spensieratezza tra i suoi capelli, quelli di una donna che per due ore di vita si concede l’ombra di un tiglio lungo il fiume e io non vedo altro che i suoi occhi azzurri estranei ai suoi problemi…

Poi ancora gli italiani in cerca di fortuna che preparano i panzerotti pugliesi, ma loro in realtà sono romani, in realtà sono appena stati derubati, ma sorridono e a fine mercato caricano in un carrello della spesa le loro speranze, un sacco di panzerotti non venduti, la vetrina del banco, l’amarezza di un giorno a vuoto, il carrello è troppo piccolo eppure c’è posto per la pace di condividere una bottiglia d’acqua fresca con me, seduti per terra.

Mi chiedo come posso ritornare al mio paese natale dopo aver visto tutto questo…
Questa città mi ruba il cuore ed io mi sento a casa mia tra ospiti del mondo, gente che mi cerca, si siede, mi racconta di sé come se avesse capito che niente è più importante…

Io amo questi incontri di vite che mi sfiorano, che non hanno niente da pretendere e niente da nascondere. Tutti si lasciano scivolare in una conversazione sincera, sfacciata, come fosse l’ultima della loro vita, liberi, desiderosi di farsi leggere il cuore da chi li vedrà una volta sola nella vita, riassumendo in due ore e senza sprecare tempo, il peso dei loro sogni.

Alice Manzan


venerdì 26 luglio 2013

Campanelli...



Prendi quel piccolo campanello indiano ed appendilo ad un nastro. Legalo morbido alla tua caviglia e cammina, compi la tua strada, sbaglia, corri, viaggia su ogni terra. Il campanello rimbalzerà sulla tua caviglia ad ogni passo, suonerà ad ogni movimento per ricordarti che tu sei vivo, che i tuoi passi sono musica e che tu stai ballando sulla vita.

Alice Manzan


martedì 23 luglio 2013

Berlin, Berlin



Bella la mia Berlino questa sera, con la Luna più grande di lei…
Vorrei dirvi cosa si prova in una sera d’estate mentre la torta cucina in forno e il terrazzo accoglie noi che ora profumiamo di pesche e cioccolato, i nostri panni stesi, i pomodori che crescono piano piano, le sirene delle auto sotto, il silenzio del quarto piano, l’intonaco scrostato, le luci del palazzo di fronte, un telefono che suona,  i fiori chiusi, le mie braccia aperte al mondo che qui vivo, oltre ogni difficoltà materiale, oltre il tempo che scade. Io ci sono, lei c'è. 

Alice Manzan

"Il cielo sopra Berlino"

lunedì 22 luglio 2013

Credere significa vedere...

Permettiti di credere negli obiettivi che vuoi raggiungere.
Immaginarli non basta.
Parla con loro come fossero sulla strada del tuo presente.
Devi voler credere che siano già reali.

Alice Manzan
www.ChiccodiCuore.com


sabato 20 luglio 2013

Sognavo di essere una pasticcera...



C’è un ricordo della mia infanzia che si è stampato indelebile in me, come un film.
Avrò avuto sì e no 5 anni quando sono entrata in una pasticceria, ho visto una donna sporca di farina uscire dal laboratorio, prendersi una pausa e bere una piccola tazza di crema. Ricordo che ha preso la tazza con entrambe le mani e l’ha portata alla bocca come se stesse per bere oro. Ho chiuso gli occhi come lei e ho sentito in me il gusto di quella crema scendere, ne ho compreso il sapore, la consistenza, la dolcezza, ho visto l'inimmaginabile.
Qualche giorno dopo a scuola, la maestra ha chiesto cosa mai volessi diventare da grande e io ho risposto forte e chiaro “La Pasticcera”…
Ho dimenticato quel sogno nel tempo, ho assopito tutto per inseguire altre strade, spesso non le mie, fino a quando questa mattina alle 6.30 mi sono alzata, ho fatto una doccia e mi sono messa a preparare i dolci per questa sera…non ho fame, non ho sete, non ho sonno, non esiste il mondo, c’è Mina che canta,  ci sono io che impasto e qualche voce a dettarmi le ricette…

Credo che quel sogno di bambina si sia avverato, ma ho dovuto dimenticarlo per capire che non mi servivano una cucina standard e una fila di clienti davanti al banco per diventare quella che volevo essere… Ho dovuto dimenticare gli schemi, per capire di aver realizzato nella mia piccola cucina, per me stessa, un sogno che ora so portare avanti accanto a tutto quello che ancora ho stipato nel cassetto, con la mia dignità, con la mia forza, con la mia curiosità…
So che questo è l’inizio di tutto…
Spesso siamo proprio ciò che vogliamo ma nella forma più inaspettata...
Guardiamoci dentro...

Felici Sogni ad occhi aperti...
Alice Manzan