In giro per la Sicilia
sto scoprendo una meraviglia dopo l’altra… assorbo piano piano la calma che
vive nelle persone, mi lascio portare dal vento e dai profumi che trascina… Oggi
credo proprio sia stato questo vento a portarci a camminare per chilometri senza
meta fino a scoprire un profumo che si faceva strada tra le case diroccate
lungo i sentieri, abitate da gatti randagi e dall’edera che cresce tra i
mattoni di una vecchia cucina abbandonata, ricoperta di fuliggine… Lì dietro,
come nelle migliori fiabe, si apre una radura con un chioschetto minuscolo di
nome La Casa di Cura di Don Minico "U megghiu postu du munnu"
Niente a che vedere con
un ospedale.. No signori, la Cura è proprio la Cucina che il vecchietto dietro
il bancone si è inventato da quasi mezzo secolo… Il menù, o meglio la “terapia”, è semplice: vino rosso e “Pagnozza alla
disgraziata” disgraziatamente enorme, disgraziatamente genuina, disgraziatamente
favolosa! Una pagnotta enorme, sofficissima, cotta al forno a legna, farcita al
momento con salame nostrano e carciofini, melanzane, olive e peperoncini sott’olio,
tutto fatto in casa assieme alla moglie.
E poi la firma dell’artista:
un filo di olio santo.
Ogni morso è una poesia…
Ogni singolo sapore è un
balsamo per i sensi…
Mangio e mi sento rinata
nella purezza di quello che ho provato...
Semplicemente… “buòn' ”!
Il vecchietto è un mito
per me… E persone come lui per fortuna esistono ancora. E’ fantastico che oltre
il caos e la fretta del tempo che ticchetta sotto i piedi, qualcuno abbia
trovato un pretesto, un modo come un altro per dire che il Cibo semplice, nato tra le mani di due persone, è la Cura dell’Anima!
Alice
Casa di Cura |
Eccola, la Pagnozza alla Disgraziata! |
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