C’è un ricordo della mia
infanzia che si è stampato indelebile in me, come un film.
Avrò avuto sì e no 5 anni
quando sono entrata in una pasticceria, ho visto una donna sporca di farina
uscire dal laboratorio, prendersi una pausa e bere una piccola tazza di crema.
Ricordo che ha preso la tazza con entrambe le mani e l’ha portata alla bocca
come se stesse per bere oro. Ho chiuso gli occhi come lei e ho
sentito in me il gusto di quella crema scendere, ne ho compreso il sapore, la
consistenza, la dolcezza, ho visto l'inimmaginabile.
Qualche giorno dopo a scuola, la maestra ha chiesto cosa mai volessi diventare da grande e
io ho risposto forte e chiaro “La Pasticcera”…
Ho dimenticato quel sogno
nel tempo, ho assopito tutto per inseguire altre strade, spesso non le mie, fino
a quando questa mattina alle 6.30 mi sono alzata, ho fatto una doccia e mi
sono messa a preparare i dolci per questa sera…non ho fame, non ho sete, non ho
sonno, non esiste il mondo, c’è Mina che canta, ci sono io che impasto e qualche voce a
dettarmi le ricette…
Credo che quel sogno di bambina si
sia avverato, ma ho dovuto dimenticarlo per capire che non mi servivano una
cucina standard e una fila di clienti davanti al banco per diventare quella che
volevo essere… Ho dovuto dimenticare gli schemi, per capire di aver realizzato
nella mia piccola cucina, per me stessa, un sogno che ora so portare avanti
accanto a tutto quello che ancora ho stipato nel cassetto, con la mia dignità,
con la mia forza, con la mia curiosità…
So che questo è l’inizio
di tutto…
Spesso siamo proprio ciò che vogliamo ma nella forma più inaspettata...
Guardiamoci dentro...
Felici Sogni ad occhi aperti...
Alice Manzan
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