Ci sono momenti di forte
fortissima invidia che ci prendono la gola e ci fanno diventare verdi di rabbia,
mandiamo giù il nodo per aver visto il nostro sogno realizzarsi in qualcun
altro, pari pari a come l’avevamo immaginato e progettato da piccoli, quando ci
siamo iscritti all’università, quando abbiamo firmato il contratto di lavoro,
quando abbiamo comprato la prima macchina e così via. Quel nodo piano piano
scende e diventa un mattone nello stomaco.
L’invidia è questo:
mattone dopo mattone costruisci una muraglia impenetrabile lì, attorno al tuo
ombelico, dove il tuo sole ruotava, ma ora non riesci nemmeno più a sentire le
farfalle nello stomaco per un’emozione forte, hai messo il muro e non riesci a
vedere oltre il tuo progetto costruito e inscatolato, lasciato marcire da una
vita che ti sta portando su di un'altra strada o peggio, tu stai trascinando la
vita per il collo costringendola a seguire quel cammino, come quella persona ha
fatto.
Ti dico una cosa. Tu sei
l’artefice del muro, tu l’artefice dei tuoi progetti.
Credere in te stesso e
nei tuoi obiettivi non significa diventare cieco a tutto quello che il Mondo,
il Caso, il Cosmo ti pone dinanzi… togli le mani dalle orecchie e ascolta la
nuova musica che entra in te… c’è un profumo nuovo che esce dalla finestra
della via accanto alla tua, perché non cambi strada e provi a vedere da dove
nasca, chi stia cucinando, cosa stia cucinando, cosa sia quella cucina? E’ lì
per te.
Perché non hai il coraggio
di cambiare rotta?
Puoi pianificare un
obiettivo ma non puoi pianificare la strada, se così facessi quella diverrebbe una frana…
Lascia che la strada sia
un FIUME, che ti colga alla sprovvista, seguilo, smetti di erigere dighe,
scivola con la corrente, lasciati percuotere, lasciati sbattere da riva a riva,
cadi dalla cascata, tuffati e rinasci a Nuova Vita… In quel bacino d’acqua
prima del tuffo, tu avrai compreso di aver realizzato i tuoi sogni, ti guardi
indietro e ti meravigli di tutti i passi che hai dovuto affrontare, passi che
mai avresti detto che ti sarebbero serviti a qualcosa, eppure ora l’hai
compreso.
Dall’alto della cascata,
in quell’istante hai avvertito il vuoto dentro te, quel muro si è abbattuto,
hai liberato il tuo Sole, hai guardato indietro te stesso e hai compreso di
essere sulla strada giusta, la Via Maestra, poiché tu ne eri il Pellegrino Unico,
in realtà ne eri la Guida…
Non pensi a quello che
hai perso lungo il fiume..
Non rimpiangi di non aver
fatto come il tuo amico, come quella persona che ha trovato strade asfaltate
appiattite da mille uomini prima di lui che hanno camminato molto, certo, ma
hanno percorso cerchi su cerchi.
Dall’alto di quella
cascata hai compreso che il muro di invidia non ti serviva a nulla, era solo
zavorra ai tuoi sogni perfetti…
Il vuoto…
Il tuffo…
L’acqua ti abbraccia e
scopri che quel tuo sogno ha un nome diverso da quello che la società gli
avrebbe dato, scopri che fai l’esatto opposto di quello che all’inizio ti eri
preposto… però non sei mai stato così vicino al tuo cuore come in quell’attimo,
sei pieno di te, fiero del tuo coraggio, coraggio che solo TU e TU STESSO e
NESSUN ALTRO AL MONDO ha saputo avere in quel secondo…
Così la tua vita si
dipana…ci saranno altri fiumi, altre burrasche, altre rocce sulle quali
sbattere il capo e perdere tutti i propri averi e i propri sensi, ma il tuo
corpo sarà lì a sostenerti, Libero nell’Essere.
Ricorda sempre il vuoto
sopra la cascata e l’attimo in cui hai compiuto il salto.
Abbatti le barriere della
mente e della società, centra te stesso, non scappare attraverso il bosco,
salta.
Il tuo posto è lì, dove tu ora non vedi.
Affidati solo a te
stesso.
Salta.
Alice Manzan
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